Emiliano Baggiani

Emiliano Baggiani

Guasticce «Terribile. Semplicemente terribile. La vicenda del call center di Guasticce addolora tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Livorno, della Toscana, del nostro territorio. Ben 341 (trecentoquarantuno) persone da lunedì saranno a casa, senza prospettive e senza un futuro nell’immediato. Ci sarebbe da chiedere a Renzi se per caso è anche questo “un segnale della ripresa” che un giorno sì e l’altro pure va a sbandierare su tutti i telegiornali nazionali». É netta la presa di posizione dell’ex consigliere comunale di opposizione e attuale membro di Toscana Stato per l’Indipendenza della Toscana Emiliano Baggiani sulla vicenda “People Care”.

 

Ma per Baggiani il discorso è assai più ampio. «Questa vicenda è però la triste conferma di quanto la Toscana, contrariamente a quanto si possa pensare, politicamente non conti nulla a livello nazionale. Con la volontà politica si può fare tutto: si è mandato perfino l’uomo sulla luna, ma evidentemente per salvare i destini di centinaia e centinaia di persone non c’è stata la volontà politica di alzare un dito, di cercare una soluzione o anche imporla agli attori in gioco. Renzi è toscano; Bacci, il sindaco del territorio dove si è svolta questa vicenda, se la memoria non ci fa scherzi, risulta un renziano della prima ora di cui cerca di copiare stile e modi, ma in soldoni il territorio non ha ricavato nulla da questi “buoni uffici”».

 

«Questo perché la nostra ipotesi, che ormai sta diventando sempre più una certezza, è che Renzi sia solo un cinico frontman che rappresenta invece gruppi d’interesse che hanno poco a che fare con la Toscana. Da quando c’è al governo Renzi, la Toscana ha perso quasi tutte le sue battaglie a favore di altri: pensiamo alla Costa Concordia, smantellata a Genova anziché a Piombino, pensiamo alle vertenze la cui maggior parte rimangono al palo nella assoluta indifferenza del governo italiano di Roma: addirittura in provincia di Grosseto è stata tolta la commessa ad una azienda che fabbricava tende per la Protezione Civile, lasciando a casa decine di persone. Alla faccia del Presidente toscano, che nel frattempo tira dritto coll’ampliamento di Peretola (inutile come ribadito anche dalla stessa Università di Firenze) resuscitando antiche ruggini fra Pisa e Firenze che per il bene della Toscana sarebbe meglio rimanessero sopite».

 

«Si continua ad andare avanti con l’inutile autostrada Livorno-Civitavecchia, che oltre a deturpare l’ambiente maremmano non serve concretamente per il territorio anzi è una infrastruttura che favorirà il porto di Roma a scapito di quello labronico. E invece le infrastrutture che servono non ce le fanno: la Lucca-Modena, che collegherebbe direttamente il porto di Livorno, l’Interporto di Guasticce, alla pianura padana e sopratutto al Brennero e all’Europa tedesca non ne parla più nessuno. Ora si sono messi a litigare persino sulla Darsena Europa a cui l’unico appunto che possiamo fare è che forse andrebbe ripensata, sì, ma per farla ancora più grande visto che la corsa al gigantismo delle navi container non diminuirà nei prossimi anni».
«Il porto di Livorno, produttivo scalo dotato di una meravigliosa posizione geografica, sta lentamente morendo per l’inettitudine e la malafede della classe politica toscana, svenduta senza nessun orgoglio alle logiche dei palazzi romani che intendono favorire in ogni modo Genova e Civitavecchia. L’Interporto di Guasticce rimane una cattedrale nel deserto, una macchina senza ruote, le cui ricadute si vedono fin troppo ovviamente in questa raffica di licenziamenti».

 

«Chi pensa che si possa vivere solo di turismo, è completamente fuori dal mondo: Livorno deve rimanere una realtà produttiva ad ogni costo. Ci fa davvero male vedere che in altre realtà, pensiamo al Sud Tirolo, i parlamentari del SVP tolgono immediatamente la fiducia al Governo (o la danno come fecero una volta con il governo Berlusconi…) se non vengono fatti gli interessi del territorio. Sarebbe bello che i parlamentari toscani cominciassero a togliere la fiducia al Governo Renzi, e forse vedremmo in questa e altre vicende altri atteggiamenti e più attenzione».

 

«Ma queta è fantapolitica per l’attuale classe toscana che svende il territorio in cambio di un piatto di lenticchie e un posto in parlamento o nei consigli d’amministrazione. Il movimento indipendentista ha per obiettivo di creare una nuova classe dirigente toscana che possa finalmente fare gli interessi del territorio sia capace di slegare la Toscana dalla stretta mortale dell’Italia. Per salvare il nostro territorio ci vuole l’indipendenza o una grande e ampia autonomia, lo confermano tutte queste vicende, che stanno decretando la nostra morte economica».

 

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