Paolo Schiavon

Paolo Schiavon

Guasticce Tutto era iniziato con la manifestazione di ieri mattina: Schiavon che porta, assieme ad altri, uno striscione con su scritto “Sindaco: basta discorsi, ora i fatti” e Bacci che replica irritato: «vuole discolparsi da errori commessi in passato» (leggi qui). Un episodio di ieri, che però non è finito col calar del sole, anzi. Schiavon, infatti, annuncia di voler «tutelare in ogni sede la mia onorabilità in difesa da insinuazioni e offese meschine e gratuite pronunciate indossando i simboli della Repubblica Italiana». Questo il testo della lettera che ha spedito a Collenews:

 

La lettera «Caro Direttore, alcune considerazioni rispetto alla manifestazione a salvaguardia della Scuola di Guasticce sopratutto dopo il puntuale articolo pubblicato dal Suo giornale».

 

«A nessuno è sfuggito, neanche al Sindaco, che, per come si è svolta la manifestazione, a molti sia apparsa come una mera strumentalizzazione politica da parte, o a favore, di candidati e/o rappresentanti di Partito nell’imminenza della tornata elettorale per le Regionali, è parso ovvio a molti tra i manifestanti che i candidati e i molti amministratori presenti avrebbero potuto partecipare “semplicemente” inserendosi nel corteo dei nonni, dei genitori, degli insegnanti evitando inutili e strumentali passerelle; di questo si sono accorti anche i rappresentanti  del Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori Livornesi, i rappresentanti del call-center di Guasticce e infine i rappresentanti sindacali che, presenti per sostenere le giuste istanze dei bambini, dei genitori e della Frazione, hanno, per proprio conto e non senza polemizzare, abbandonato il corteo».

 

«Come non si può tacere che lo striscione “incriminato” sia stato preparato direttamente da parte degli aderenti al Comitato dei Genitori di Guasticce evidentemente non soddisfatti delle risposte avute fino a questo momento e non dai cittadini che lo sorreggevano».

 

«In ultimo, ma non meno importante desta stupore  il grave e gratuito riferimento del Sindaco alla mia persona che, cosi’ come riportato dal Suo Giornale,   “….vorrebbe discolparsi da errori commessi nel passato” ; invito il Sindaco pubblicamente a rendere noti a me e ai cittadini  questi presunti errori, magari fornendo dettagliato elenco di riferimento, e magari, se lo vuole, a riportare FEDELMENTE le parole gravemente offensive pronunciate , indossando la Fascia Tricolore all’indirizzo mio e di coloro che, nel pieno rispetto delle regole Democratiche sorreggevano “quello” striscione».

 

«Sarà mia cura, naturalmente, tutelare in ogni sede la mia onorabilità in difesa da insinuazioni e offese meschine e gratuite pronunciate indossando i simboli della Repubblica Italiana». (firmato: Paolo Schiavon)

 

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