CAM00174 CollesalvettiDalla zizzola di Torrita al libeccio di Livorno” è questo il titolo del libro dello scrittore Marcello Faralli, presentato martedì 15 aprile presso la biblioteca comunale di Collesalvetti. L’incontro è stato aperto da una introduzione dell’ Assessore alla cultura del Comune di Collesalvetti, Donatella Fantozzi che ha approfittato dell’occasione per ricordare che «la  cultura ha un valore immenso, peccato che ultimamente, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie, stia pian piano scomparendo. Bisognerebbe infatti che i libri ridiventino il primo strumento di educazione e formazione». Per la Fantozzi «scrivere è un atto di coraggio poiché ogni volta che una persona scrive e mette nero su bianco il proprio pensiero. Faralli scrivendo ha quindi osato e soprattutto ha avuto coraggio cercando di raccontare se stesso attraverso Livorno e Livorno attraverso se stesso».

 

L’opera è infatti una sorta di autobiografia dell’autore che racconta la sua esperienza di vita dagli anni del dopoguerra in poi e del cambiamento di realtà dovuto al trasferimento dalle colline senesi alla costa tirrenica. L’incontro è poi continuato con l’intervento del giornalista Adolfo Lippi che ha dato manforte all’intervento dell’ Assessore Fantozzi affermando: «Posso tranquillamente dire che, come affermava l’ Assessore, la cultura si sta oramai perdendo. Avendo lavorato per molti anni in televisione ho avuto modo di constatare infatti come anche quest’ultima stia dando poco spazio alla cultura. Ultimamente infatti chi si occupa di cultura in televisione viene per forza di cose considerato un “minorato”. Venendo al libro di Faralli – ha poi continuato Lippi – c’è da dire che quest’ultimo è interessante per varie ragioni: ad esempio il fatto che la sua vita è il racconto della cultura contadina toscana che muove pian piano i suoi passi verso l’industrializzazione e lo sviluppo. Nell’opera infatti si avverte spesso il senso di cambiamento della società. L’altro aspetto interessante di questo libro è la descrizione di come un tempo i ragazzi fossero capaci di trovare lavoro un po’ dove capitava, cosa che tra i ragazzi di oggi si è purtroppo un po’persa perché essi vorrebbero “tutto sotto casa”. Infatti questo libro andrebbe letto soprattutto a Livorno e in modo particolare dai ragazzi, che in questo modo potrebbero imparare nuove cose e capire le proprie origini».

 

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Un momento della presentazione del libro

In seguito all’intervento di Lippi ha preso la parola Marcello Faralli, autore del libro e protagonista dell’evento in questione. Lo scrittore ha ringraziato l’Assessore Fantozzi, Adolfo Lippi e tutti i presenti alla presentazione ed ha espresso alcune considerazioni sul suo ultimo lavoro: «In questo libro – ha spiegato Faralli – ho cercato di raccontare la mia vita e di scrivere il tutto nella maniera più comprensibile possibile in modo tale da rendere il testo accessibile a tutti. Ho ritenuto opportuno scrivere questa sorta di autobiografia perché credo che rendere la memoria di quello che siamo stati sia una cosa importantissima non solo per noi stessi ma anche per gli altri. Infatti ogni volta che ho presentato il libro in altre sedi ho avuto modo di confrontarmi con persone che avevano già letto il mio libro e che al suo interno hanno trovato parecchi spunti,  risvolti, dei quali io stesso ero totalmente ignaro. Concordo pienamente – ha poi contiuato lo scrittore – con ciò che ha detto il signor Lippi; effettivamente è vero che i giovani oggi non hanno sufficiente spinta motivazionale rispetto alla mia generazione che è uscita, come spiego nel mio libro, dal dopoguerra con una grande voglia di riscatto, di voler fare. E’ vero che oggi per certe cose la situazione è molto più difficile, ma i giovani dovrebbero comunque cercare di andare oltre e di cogliere ogni opportunità ovunque essa sia». L’Assessore Fantozzi ha infine concluso l’incontro rinnovando l’invito ai lettori per un prossimo appuntamento con chiunque  abbia  la “follia di scrivere”.