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Filippo Marica in concerto al Caffè Smeraldo di Collesalvetti.

Collesalvetti Filippo Marica, 31 anni, bassista in una band locale, gli Apostel Broee, e protagonista assieme ad altri musicisti dell’apericena-concerto in ricordo dello storico frontman dei Nirvana Kurt Cobain tenutasi martedì sera al Caffè Smeraldo di Collesalvetti (leggi qui), ci ha raccontato come la sua passione per la musica è nata, della sua passione per i Nirvana e di come Kurt Cobain sia stato un modello ispiratore per lui e per tante altre generazioni di giovani. L’artista, tramite le pagine di Collenews, ha anche voluto esprimere le sensazioni provate nell’ambito dell’evento organizzato in memoria dell’artista che più lo ha ispirato negli anni della sua formazione musicale.

 

Che cosa ha significato per te suonare stasera la musica dei Nirvana a Collesalvetti?

«Per me ha significato molto, poiché i Nirvana e soprattutto Kurt Cobain sono stati il simbolo di una generazione e anche se io sono  arrivato un po’ più tardi rispetto a quella generazione, sono stati anche per me fonte di ispirazione. Suonare qui stasera (martedì, ndr) è stato molto divertente poiché si riuscivano a percepire in una certa maniera tutte le sensazioni espresse dai ragazzi che hanno suonato».

 

Come ti sei approcciato alla musica ed in particolare a quella dei Nirvana?

«Grazie ai Nirvana, appunto, mi sono approcciato alla musica; grazie a Kurt Cobain e ad alcune cose che ascoltava mia sorella, che ha 8 anni più di me e che ascoltava di tutto, da Madonna al punk. Gli anni 80/90 hanno quindi segnato mia sorella e conseguentemente me, anche perché non era ancora il periodo di internet, degli mp3… Era tutto cassette e matite che riavvolgevano cassette ed era l’unico modo attraverso il quale si poteva conoscere della buona musica».

 

Marica 2Cosa credi di aver trasmesso ai colligiani con la musica che hai eseguito?

«Spero di aver trasmesso loro un po’  di amore per quello che sono stati i Nirvana e per le loro sonorità, nelle quali si percepisce tutta questa voglia di ribellione intrinseca in quei testi un po’ ermetici che avevano comunque sia un grande significato ed è incredibile come una persona sola, Kurt Cobain, possa aver influenzato così tanta gente in così tanti anni, anche dopo la sua morte».

 

Di tutti i pezzi che hai suonato stasera, qual è il tuo preferito?

«Tra quelli che ho suonato io è sicuramente Pennyroyal tea che è senz’altro una pietra miliare del repertorio dei Nirvana. Secondo me è una canzone molto importante;l’ho eseguita in maniera molto umile assieme agli altri musicisti. Ognuno ci ha messo del suo».

 

Dove abiti? E’ la prima volta per te a Collesalvetti?

«A Fauglia. A Collesalvetti comunque non è la prima volta che vengo, questa credo che sia la terza; ci sono già stato altre due volte in occasione di due eventi, organizzati presso l’oramai ex Palazzetto dello Sport, nei quali si cercava di pubblicizzare le varie band che ci sono in giro per il nostro territorio poiché, come abbiamo visto anche stasera, queste iniziative hanno una grossa utilità da questo punto di vista».

 

Marica 3Come sei stato coinvolto in questa serata?

«Siamo stati chiamati come gruppo della zona perché gli organizzatori hanno ritenuto che potevamo essere interessati all’esecuzione di brani di questo tipo e nell’esprimerci in queste sonorità. La cosa si è poi evoluta perché si sono aggiunti anche altri musicisti ed è stato davvero bello lavorare assieme pur non conoscendosi e riuscendo a metter su in meno di tre settimane un piccolo evento come questo e convogliare insieme diversi pensieri provenienti dalla stessa sorgente».

 

In sintesi, sei rimasto contento di questa serata?

«Sì sì… assolutamente! Non poteva riuscire meglio!».