Alberto Benedetti vicesindaco

L’Assessore all’Urbanistica, Alberto Benedetti

Stagno – Dopo la prima parte della replica dell’Amministrazione Comunale (leggi qui) alle segnalazioni di un cittadino di Stagno, Diego Rizzato (leggi qui), proseguiamo con la seconda parte. L’Assessore all’Urbanistica, Alberto Benedetti, risponde a Rizzato in materia di ristrutturazioni e di opere pubbliche, annuncia la chiusura della Conferenza dei Servizi per lo svincolo del cimitero e manifesta le sue perplessità in merito alla proposta di una zona commerciale unica. Pur condividendo alcune considerazioni che l’abitante di Stagno fa, per Benedetti «la sua lettera denota scarse conoscenze urbanistiche». Secondo l’Assessore all’Urbanistica «gli strumenti urbanistici come sono oggi nel nostro Comune non hanno più ragione di esistere; occorre quindi «ripensarli in maniera più flessibile» e tenendo sempre di conto che «chi costruisce deve, in compenso, dar luogo ad opere che abbiano un ritorno per la collettività»

 

 

Assessore Benedetti, nella sua lettera a Collenews Rizzato si era detto profondamente favorevole al non consumo di suolo, ma altrettanto favorevole a ristrutturazioni, recuperi, sistemazioni, sostenendo che il Comune di Collesalvetti prevede tali fattispecie solamente per il residenziale. «Credo – scriveva Rizzato – che tutto ciò che si può ristrutturare a civile abitazione, che non consumi suolo, e che non deturpi il paesaggio vada concesso. Molti regolamenti urbanistici lo consentono». Qual’è il suo pensiero su questo?

 

 «Anche il nostro! I nostri strumenti urbanistici prevedono chiaramente cambi di destinazione d’uso; ristrutturazioni per residenziali e non solo, etc… Queste sono cose che avvengono normalmente. Pertanto, io non capisco cosa si voglia asserire. E’ chiaro che se una ha una serie di strutture agricole, occorre fare tutto un percorso di deruralizzazione, ma… Conoscendo il soggetto che scrive la lettera, credo possa far riferimento al fatto che il nostro regolamento urbanistico non considera “volumi” le tettoie e che quindi non sono recuperabili, dal punto di vista della cubatura. Se tutto questo argomentare è per dire che le tettoie, che sono di dimensioni enormi sul nostro territorio, devono essere considerate “volumi”, beh… noi rischieremmo che le nostre colline siano invase da richieste di recupero di tettoie;  si costruirebbero centinaia di appartamenti, al posto della tettoia. Ma non è previsto solamente dai nostri strumenti urbanistici che le tettoie non facciano “volume”; questo accade nella stragrande maggioranza dei regolamenti urbanistici della Toscana. Le tettoie non potranno mai diventare “volumi” recuperabili».

 

Nella sua lettera a Collenews, Rizzato aveva anche scritto che occorrerebbe fare una riflessione in merito allo spostamento della zona artigianale all’Interporto.  «Proprio ora che la rete viaria è completata non vedo perché spostare tali attività», sosteneva. Perché questo spostamento?

 

«L’Amministrazione Comunale  ha un progetto di delocalizzazione degli autotrasportatori da Stagno alla zona dell’Interporto. Questo è un obiettivo della precedente Amministrazione, che è stato ripreso dalla nostra e nell’ambito di questa si concretizzerà. Noi abbiamo inaugurato lo Svincolo 6, che prima non c’era. Le ditte di autotrasportatori che sono insediate nell’area di Stagno dov’è via Aiaccia, l’Ugione e quant’altro avevano la possibilità di utilizzare gli svincoli solo in entrata dalla variante Aurelia e, in uscita, solamente in direzione Livorno. Quindi, se un autotrasportatore che ha il piazzale in Via Aiaccia doveva andare a prendere la Fi-Pi-Li, siccome via Sacco e Vanzetti ha una barriera fisica che impedisce il passaggio dei camion, senza lo Svincolo 6 doveva prendere Via Toscana, andare sull’Aurelia, uscire alla zona industriale, andare in fondo fino alla rotatoria, girare sull’Aurelia in direzione Stagno, rientrare nuovamente dentro Stagno, oltrepassare l’ingresso della Raffineria, andare fino alla rotatoria, rientrare sugli svincoli un’altra volta e andare a prendere la Fi-Pi-Li. Oggi, con lo Svincolo 6, tutto questo non è più necessario perché quell’area diventa autonoma perché ci sono gli svincoli in entrata ed in uscita. L’area interdetta con la viabilità urbana ha una sua autonomia. Rimane comunque evidente che quelle attività di autotrasportatori all’interno di quell’area, se noi vogliamo arrivare all’obiettivo di riqualificare alcune zone di Stagno, è opportuno spostarle. Di qui, si sono create le condizioni perché le aziende di autotrasporto fossero incentivate a spostarsi dentro un’area legata alla logistica che è quella dell’Interporto. Tutto ciò  non significa che quelle aree diventeranno necessariamente aree vuote perché comunque tutte le attività artigianali e commerciali che ci sono continueranno a rimanervi. L’area a cui Rizzato fa riferimento sarà dunque meno caotica ed avrà magari anche qualche possibilità in più dal punto di vista degli insediamenti, per non parlare del fatto che si abbandonerà definitivamente il passaggio dei mezzi pesanti. Una cosa analoga la stiamo facendo sulla Valle delle Mignatte».

 

Per Rizzato il possibile svincolo al Cimitero di Stagno porterebbe tutto il traffico a
est del paese. Cosa si sta facendo in questo senso?

 

«L’affermazione del signor Rizzato è condivisibile. Se si farà quello svincolo  è grazie all’Amministrazione precedente che l’ha pensato e a questa che ha lavorato in maniera estenuante, divincolandosi fra qualche decina di Enti – fra cui Ministeri; Provincia di Pisa e Parco di Migliarino –  e che è riuscita, con la sua perseveranza, ad ottenere che –  si è chiusa nelle scorse settimane la Conferenza dei Servizi – i lavori inizino. Dovremmo veramente essere giunti alla fine».

 

Una riflessione il suo concittadino la fa pure sulla zona commerciale, invitando i commercianti sparsi per la frazione a concentrarsi nella zona centrale della frazione in una sorta di condominio commerciale dove insieme al supermercato principale formino un piccolo e variegato centro di riferimento, insieme anche a professionisti e artigiani. L’Amministrazione Comunale dovrebbe, secondo Rizzato, promuovere tali iniziative. E’ possibile far questo?

 

«Non so come lui ipotizzerebbe di realizzare tutto questo. Credo faccia riferimento alla struttura del Conad, che è di fatto tutta occupata; gli spazi sono quelli che sono. Spero, quando fa riferimento al vecchio asilo, non lo voglia riutilizzare per spostarci le attività economiche. Vorrei fare, tuttavia, una considerazione generale sulla lettera del signor Rizzato».

 

Prego

 

«Ciò che emerge da quella lettera, in maniera chiara, sono le scarse conoscenze urbanistiche; io eviterei di dare giudizi quando le cose non si conoscono. Tante riflessioni, sia chiaro, sono facilmente condivisibili, altre meno. Il non consumo del suolo, per esempio. Parlare del non consumo del suolo come fa lui in quella lettera è semplicemente uno slogan carino, ma non ha minimamente idea di come realizzarlo. Questa Amministrazione, invece, sì! E’ chiaro che gli strumenti urbanistici come sono oggi nel nostro Comune non hanno più ragione di esistere; i tempi sono cambiati e le normative in materia di non consumo del suolo sono in atto di cambiamento. I Comuni dovranno prima recuperare tutto il recuperabile e poi andare ad occupare nuove aree vergini. Questo concetto deve essere tenuto in considerazione per il futuro. Sarà sempre più stringente e necessario avere strumenti urbanistici che tengano in considerazione il non consumo del suolo. Pensare oggi per i prossimi 5 anni uno strumento urbanistico che contenga oltre 90 schede come l’attuale regolamento urbanistico fa è concettualmente sbagliato. Le condizioni sono cambiate. Noi  dobbiamo pensare ad un piano strutturale, che è il contenitore generale e definisce i margini di azione, ben fatto, realistico e che preveda una serie di possibilità edificatorie, ma che non siano poi recepite all’interno di un regolamento urbanistico. Col piano strutturale si individuano delle macro aree (industriali, commerciali, rurali, etc…) e con il regolamento urbanistico, invece, va fatta la programmazione di dettaglio. Il regolamento urbanistico dovrà essere più flessibile e permettere a chi ha realmente intenzione di edificare, se ciò è in linea con ciò che l’Amministrazione vuole. Il tutto, tenendo ben presente che chi costruisce deve, in compenso, dar luogo ad opere che abbiano un ritorno per la collettività».